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STORIA DEL PENSIERO EVOLUZIONISTICO

biologia



L'EVOLUZIONE

Inizialmente tutte le culture del mondo per spiegare l'origine e la varietà delle specie esistenti si sono appellate a IPOTESI CREAZIONISTICHE, accomunate dall'idea che tutte le forme viventi siano state create da un'identità sovrannaturale all'inizio del mondo e che gli organismi attuali siano gli stessi dal principio del mondo. Lentamente, però, si formò un PENSIERO EVOLUZIONISTICO che culminò con le scoperte di WALLACE 515h73f   e DARWIN.


STORIA DEL PENSIERO EVOLUZIONISTICO


PLATONE TEORIA DELLE IDEE: ogni oggetto presente sulla terra è una versione imperfetta della sua forma ideale presente in un luogo oltre la Terra, cioè nel mondo delle idee.

ARISTOTELE SCALA NATURAE: Aristotele classificò tutti gli esseri viventi che riusciva ad osservare in base alla loro complessità: sul gradino inferiore pose le forme inanimate, poi le piante e così via, fino a raggiungere, sul gradino più alto, l'uomo. Questa idea confluì poi nel PENSIERO CRISTIANO, che considerava la scala naturae come un ordine immutabile: il posto di ogni organismo sulla scala era quello deciso da Dio durante la Creazione




Nel '700 queste ipotesi creazionistiche iniziarono a vacillare e furono portate prove che contrastavano con l'idea di una creazione statica: il ritrovamento di fossili, le scoperte della geologia, l'avvento della biologia portarono a nuove teorie:

SMITH i fossili rinvenuti in strati di roccia più profondi erano + antichi e + semplici, mentre quelli rinvenuti in strati - profondi erano più recenti e complessi. Smith concluse che tipi diversi di organismi erano vissuti in varie epoche del passato, ma che ora non esistevano più.

BUFFON ipotizzò che in origine fosse stato creato un numero esiguo di specie fondamentali e che la varietà di specie esistenti fosse stata invece creata dalla Natura e dal tempo, cioè le specie si sarebbero evolute naturalmente. Il limite della teoria è che Buffon non seppe indicare un meccanismo grazie al quale la natura avrebbe potuto concepire nuove specie.

CUVIER TEORIA DEL CATASTROFISMO: successive catastrofi avrebbero sconvolto la terra e distrutto le specie viventi, molte delle quali rimaste sotto strati di roccia (i fossili). Gli organismi moderni sono, secondo lui, il drappello dei sopravvissuti a queste catastrofi. Bisognerebbe supporre quindi che alcuni individui di specie tuttora esistenti siano rimasti fossilizzati, ma essi non sono mai stati trovati e questo rese nulla l'ipotesi di Cuvier.

HUTTON E LYELL osservarono che gli agenti atmosferici che mutano l'aspetto della terra potevano essere gli stessi che avevano agito nel passato e che avevano stratificato le rocce. Venne perciò anche da loro negata l'ipotesi del catastrofismo, ma le implicazioni di questa teoria erano forti: se lenti processi sono riusciti a stratificare la roccia e a sedimentarla profondamente, significa che la Terra è molto antica. Hutton e Lyell conclusero che essa era eterna.

LAMARCK EVOLUZIONE PER EREDITARIETA' DEI CARATTERI ACQUISITI: Lamarck credeva che gli organismi potessero modificare il proprio corpo tramite l'uso o il non uso di parti del corpo ( che è vero) e che potessero trasmettere alla prole questi cambiamenti (che è falso). Il motivo che spinge gli animali a questo cambiamento è la SPINTA INNATA verso la perfezione e il desiderio di ascendere sulla scala naturae.

DARWIN E WALLACE indipendentemente l'uno dall'altro, i due fornirono le prove che la forza motrice dei cambiamenti evolutivi è la SELEZIONE NATURALE.


DARWIN E LA TEORIA EVOLUTIVA PER SELEZIONE NATURALE

NEL 1831, Darwin s'imbarcò sulla nave Beagle per una missione esplorativa della durata di 5 anni. Durante il viaggio egli fu colpito dalla moltitudine di specie presenti in Sudamerica.

La sosta più significativa fu quella alle isole GALAPAGOS. Là egli conobbe le tartarughe giganti che destarono presto la sua atenzione. Egli constatò che isole diverse ospitavano specie diverse di tartarughe e che, sulle isole abitate dalle tartarughe, i fichi d'india avevano tronchi robusti che sostengono in alto le foglie e i frutti, mentre in quelle non abitate dalle tartarughe, i fichi strisciavano sul terreno.

Un'altra simile osservazione fu quella riguardante gli uccelli. Da isola ad isola, si presentavano in diverse varietà.

Il problema della variabilità delle tartarughe e degli uccelli lo tormenterà fino alla soluzione finale.


La teoria di Darwin si basa su 4 osservazioni e 3 conclusioni tratte da esse:


OSSERVAZIONE 1: le popolazioni sono potenzialmente capaci di moltiplicarsi con rapidità poiché il numero dei figli supera quello dei genitori

OSSERVAZIONE 2: nonostante l'osservazione 1, una popolazione rimane relativamente formata da un numero costante di individui

CONCLUSIONE 1: ad ogni generazione molti figli muoiono o non riescono a riprodursi


OSSERVAZIONE 3: gli individui di una popolazione si distinguono per le capacità di acquisire risorse, sopportare condizioni ambientali estreme, evitare la predazione, etc.

CONCLUSIONE 2: il numero dei discendenti di un organismo dipende dalle sue capacità di adattamento. Gli individui meglio adattati e quindi più forti hanno una prole più numerosa e forte SELEZIONE NATURALE


OSSERVAZIONE 4: una parte della variabilità individuale dipende da differenze genetiche che possono essere ereditate

CONCLUSIONE 3: col passare delle generazioni, un processo riproduttivo differenziato tra individui con corredo genetico diverso modifica la composizione genetica globale della popolazione EVOLUZIONE MEDIANTE LA SELEZIONE NATURALE

LE PROVE DELL'EVOLUZIONE

RESTI FOSSILI: essi testimoniano i mutamenti evolutivi avvenuti nel tempo


ANATOMIA COMPARATA: la selezione naturale ha modellato in forme simili specie diverse che vivono in ambienti simili EVOLUZIONE CONTINGENTE. Quindi due specie completamente diverse ma che vivono nello stesso habitat possono avere morfologie esterne molto simili, cioè avere delle strutture analoghe come, ad esempio le foche (mammiferi) e i pinguini (uccelli), che hanno entrambi un corpo grasso e idrodinamico. Le strutture omologhe (strutture anatomicamente simili poiché hanno la stessa origine evolutiva, ma con funzioni diverse) e gli organi vestigiali (organi ridotti che non svolgono più alcuna funzione in certe specie ma che sono invece ben sviluppati e utili in altre, per esempio i muscoli per muovere l'orecchio nell'uomo non sono sviluppati e non hanno alcuna funzione, mentre sono molto importanti per animali quali i cavalli e i buoi) sottolineano le affinità tra organismi adattati ad ambienti diversi.


STUDI EMBRIONALI: gli embrioni di vertebrati di specie diverse presentano degli stadi in cui mostrano evidenti analogie. Per esempio nelle prime fasi di sviluppo di pesci, uomini, polli, topi, vi sono code e branchie. L'unica spiegazione plausibile è che in un progenitore comune, vi fossero i geni per lo sviluppo di questi caratteri e che essi siano quindi stati trasmessi ai discendenti, anche se non ne avevano più bisogno perché adattati ad ambienti dove non erano più necessari.





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