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Laboratorio di Restauro Architettonico - Prof.sa Giacinta Jean - Relazione Palazzo Grasselli - Ariberti: 'RIFUGIO'

architettura



Laboratorio di Restauro Architettonico - Prof.sa Giacinta Jean


Relazione Palazzo Grasselli - Ariberti: 'RIFUGIO'


Il rifugio di Palazzo Grasselli - Ariberti è collocato nel corpo di fabbrica 5, orientato verso Nord - Ovest .

A questa parte di cantina si accede dalla stanza 6 del corpo di fabbrica 4(?) passando sotto un varco ad arco appositamente aperto nella parete 1 della stanza 6; ci si trova all'interno di un locale buio, nonostante la presenza di due bocche di lupo, ha copertura a volta, ha forma di rettangolo irregolare di lati 12 m. per 5.5 m. a cui si aggiunge, sul fondo, un locale di lati 2.5 m. per 2.5 m., per una superficie complessiva di circa 70 mq.

Al centro della stanza è posizionato un lungo setto con 4 pilastri crociati e smussati posti ad intervalli di circa 2 - 2.25 m. e che, dalla immediata sinistra dell'ingresso, copre quasi interamente la lunghezza e si ferma a 2.5 m. dal "locale del calorifero" sul fondo.




Il setto centrale non è un unico blocco cieco intervallato dai pilastri, ma presenta tre archi, di cui due aperti, quelli agli estremi, e solo quello centrale è cieco, ma, in origine, doveva essere stato anch'esso aperto, perché è evidente il segno del tamponamento effettuato successivamente. È ' costruito in mattoni ed è quasi interamente rivestito.


La parete 1, quella lunga sulla sinistra rispetto all'ingresso, ha un'altezza fino all'imposta di volta di 1.20 m. circa ed è interamente realizzata in mattoni. Nella sua estensione è articolata e ritmata dalla presenza di pilastri di sostegno e archi che la collegano al setto centrale.

A circa 40 cm. dall'angolo c'è un arco di larghezza 1.5 m. e altezza 2.50 m., parzialmente tamponato ai due lati e ridotto ad uno stretto varco di 70 cm. e di circa 1 m. di altezza per la presenza di tubi per il teleriscaldamento: questo passaggio porta al corpo 6 delle cantine; subito dopo l'arco, c'è un pilastrino largo 70 cm. un tratto di parete e un altro pilastrino simile al precedente e dopo un altro breve tratto di paret 626b13g e, in cui si nota la presenza di un arco, tamponato, c'è un pilastro che regge un arco, che si collega alla parte finale del setto. Oltre il passaggio ad arco, la parete è continua e si ferma all'angolo con la parete contigua.


Proseguendo dalla parete 1 si passa alla parete 2, in cui si inserisce, anche, il "locale del calorifero". Questa parete segue la curvatura della volta di copertura, partendo da una quota minima di 1.28 m. all'imposta di volta, fino ad una altezza massima di 2.97 m. al colmo; si tratta di una parete omogenea in mattoni, al centro della quale si apre un arco largo 2 m. che, salendo un unico basso gradino, porta al "locale del calorifero".

Questa stanzetta ha al centro una caldaia vecchia e ormai in disuso, le pareti laterali presentano, nella parte bassa, una serie di buchi quadrati e, nella parte alta, delle ampie aperture collegate a dei condotti in argilla, che servivano per portare l'aria riscaldata ai locali del piano superiore; la parete di fondo è un arco tamponato per due terzi dell'altezza, oltre il quale si intravede un antro stretto facente parte del corpo di fabbrica 6.


Si passa alla parete 3: questa, come la parete 1 prospiciente, è di basamento per la volta di copertura, si trova sul lato verso strada (via Della Stella) dell'edificio, vi si aprono attualmente due bocche di lupo, ai due estremi della parete, è realizzata in mattoni, ha un'altezza fino all'imposta di 1.30 m. circa.

A 80 cm. circa dalla parete 2 si apre la prima di due bocche di lupo ad una altezza di quasi un metro e mezzo da terra, larga 1.20 m. e alta 1.50 m. ; in essa si inserisce una trave di lato 60 cm. di rinforzo alla volta, che percorre in largo il rifugio. Subito oltre la bocca di lupo c'è un pilastrino di rinforzo alla volta, come già visto per la parete 1, e dopo un tratto di parete, a distanza di quasi 2 m. è collocato un secondo pilastrino e ad una distanza simile un terzo pilastrino: tutti i pilastrini reggono archi che collegano la parete al setto centrale. Nella parte terminale, verso l'ingresso, si trova l'altra bocca di lupo, simile alla precedente.


Infine la parete 4, quella in cui è inserito l'ingresso ad arco, dipinto, e su cui si appoggia il primo dei 4 pilastri formanti il setto, esattamente il pilastro che regge la prima arcata aperta; al di là di questo, c'è una parete in mattoni, in cui si legge chiaramente la presenza di un arco tamponato, che doveva servire a collegare questa zona alla stanza 6, e più in alto un ampio semi-arco che parte dal basamento della parete 1 e arriva a toccare il primo pilastro del setto centrale.



Per analizzare le relazioni stratigrafiche del rifugio è bene partire dall'analisi del setto centrale, pareti 5 e 6.

Dallo studio delle malte che legano i mattoni, si tratta di malte di calce mista ad argilla, sembrerebbe che il setto costituisca una struttura unica; andando più a fondo nell'osservazione dei vari elementi che lo costituiscono, pilastri e archi, e dal confronto con gli elementi architettonici ad esso addossati si trovano ulteriori conferme.

Sulla parete 5 del setto, prospiciente la parete 3 del rifugio, i pilastri crociati sembrano tutti ben legati e ammorsati con il resto del muro in quanto non ci sono rotture né anomalie nella posa e tessitura dei mattoni, le malte utilizzate sono tutte della stessa composizione, ( malta di calce mista ad argilla ), nei giunti di malta non si riscontrano sovrapposizioni e anche l'archetto è ben unito e coerente con la struttura.

L'archetto è costruito con tavelline, mentre il pilastro è in mattoni, ma ciò ha giustificazioni pratico-costruttive, infatti, il muratore, che stava lavorando con mattoni spessi per il pilastro, si è trovato a dover realizzare un arco con curvatura ridotta e per far ciò si è servito di tavelline, che hanno spessore molto ridotto, e gli hanno consentito di realizzare la giusta curvatura. Tutto il muro sembra anch'esso ben ammorsato al pilastro; l'arco centrale del setto è stato tamponato in un momento successivo, per motivi funzionali alla realizzazione di uno scarico, passante proprio all'interno dell'arcata e poi chiuso con beole intere in un periodo successivo al tamponamento dell'arco .

Analogo discorso vale per la parete 6, costituente il setto, nella quale va notata la presenza di un canale per il passaggio degli impianti, ora chiuso in alto da una beola intera, in corrispondenza dell'arco tamponato

Sembrerebbe che il setto sia un'unità stratigrafica che si appoggia alla volta.

Sembra ci sia stato un crollo di parte della volta, verso il setto, sulla quale, poi, è andato ad appoggiarsi il nuovo arco del setto; si può anche notare l'uso di malta argillosa ma molto tenace come legante tra i mattoni.



Il primo pilastro che si incontra entrando nel rifugio, posto sulla parete 3, a lato della bocca di lupo, è stato costruito sicuramente insieme alla volta, perché si vede che i mattoni sono ben incastrati nel muro della volta, non ci sono mattoni rotti, ma, dal modo in cui sono stati posati, si nota la volontà di inserire un pilastro, di rinforzo alla volta, che non può essere successivo ad essa; quindi il pilastro è precedente all'arco del setto e appartiene alla volta crollata. Va detto che il pilastro risulta disassato rispetto al corrispondente pilastro crociato del setto.

Il secondo arco del setto ,parete 5, è ben costruito, sempre con tavelline, ma non è completo perché si ferma ad un certo punto, circa a metà. L'ultimo arco bucato è ben legato al pilastro finale del setto , però qui manca l'arco di collegamento con la volta.

Sulla parete 1, il primo pilastro sembra ben ammorsato con la parete retrostante (vedi mattoni), ma fino ad una certa altezza, poi sembra che abbiano costruito l'arco e infine incastrato la parte alta del pilastro in rottura nella volta, infatti nel muro dietro ad esso, si legge un profilo rotto. Quindi il pilastro è stato costruito in parte in ammorsamento e in parte inserendolo in rottura, perciò si può dire che il muro è più antico dell'arco.

Sintetizzando la sequenza costruttiva è stata:

costruzione della base del pilastro ammorsandola al muro;

costruzione della volta;

inserimento nella volta, in rottura, della parte conclusiva del pilastro;

costruzione del pilastro crociato del setto con suo arco di sostegno alla volta.

Insieme alla volta è stato realizzato l'arco di passaggio ad un'altra parte di cantina (corpo di fabbrica 6), la volta si appoggia alla parete 4, confinante con la parete 1 della stanza 6, e così anche il pilastro dell'arco vicino all'ingresso al rifugio, sulla parete 4 stessa.

Il secondo pilastro di questa parete risulta ben ammorsato e coevo, o forse di poco successivo, alla volta, perché si notano segni di ammorsamento e di rottura: probabilmente, in fase di cantiere, si sono accorti che la volta era soggetta a dissesti e hanno pensato di inserire dei pilastri di rinforzo per scongiurare crolli.

Questo piccolo accorgimento non è evidentemente bastato, in quanto in tempi successivi è stato realizzato il setto.

Proseguendo nell'osservazione, sulla volta sono evidenti i segni di un grosso crollo, la precedente presenza di una bocca di lupo, (forse chiusa o, in seguito a ripensamenti in fase di costruzione, mai costruita completamente), il segno di un giunto, che si nota anche sulla parete opposta, oltre il setto, in corrispondenza di una bocca di lupo antica e tappata da un pilastro: può esserci stato un arresto del cantiere per qualche motivo, che ha portato all'interruzione nella costruzione della volta, poi continuata con mattoni e malte uguali.

Nel colmo della volta ci sono segni di rottura realizzati per inserire il setto centrale.

La parte finale della volta presenta dissesti, giunti e rifacimenti vari, probabilmente dovuti a cedimenti; i mattoni sono diversi e mal cotti. Le distruzioni presenti, a sinistra verso il pilastro dell'arco, sono dovute a lavori per il passaggio del riscaldamento, e forse si può ipotizzare la presenza di una antica nicchia. Notiamo anche che, quando è stato costruito l'arco finale, perpendicolare al setto e prospiciente la camera del calorifero, per economia di materiale, sono rimaste incomplete delle parti con funzione puramente di tamponamento e oggi evidenti proprio nei punti di attacco alle pareti 1 e 3 rispettivamente.


All'estremità del rifugio, sulla parete 2, è collocata la 'Camera del calorifero' . Questa stanzetta di 6 mq. aveva una funzione importante per il riscaldamento dei locali al piano superiore del Palazzo. Un tempo doveva esserci una parete che isolava questa dalla parte restante della stanza, per mantenere all'interno il calore prodotto dalla stufa e che veniva portato nei locali da riscaldare attraverso un sistema particolare di condotti.

Si notano, infatti, nella parte inferiore delle pareti laterali, delle piccole aperture regolari, lasciate di proposito in fase di costruzione allo scopo di permettere l'ingresso all'aria fredda dall'esterno ; questa, una volta dentro il locale del calorifero, veniva scaldata, portata verso l'alto e qui poteva passare in appositi condotti e aperture presenti sulla parte alta delle pareti laterali e raggiungere i locali destinati a essere riscaldati.

Le restanti parti di parete, ai lati di questi locale, sono regolari, non presentano segni di rotture o dissesti, solo del degrado dei mattoni dovuto all'umidità, che ne ha scurito la superficie e ha degradato anche la malta d'argilla costituente il legante tra i mattoni.


Analizzando la parete 3, si notano numerosi segni di crolli e cedimenti, per cui si decide di ricostruirne le fasi partendo dall'ingresso.



E' comune a tutta la parete 3 il fatto che la volta si appoggia al muro basamentale: la base è un assetto più antico, riutilizzato, proprio, per appoggiarvi la volta.

La prima bocca di lupo, coerente con la volta, ha invece il voltino sicuramente rifatto in tempi successivi alla bocca di lupo stessa, forse è stato interessato dal crollo di parte della volta, infatti restano tracce, due corsi di mattoni, di un voltino precedente. Sembra che il voltino sia stato ricostruito insieme all'arco del setto, come detto precedentemente.

Si può riassumere dicendo che si sono susseguiti i seguenti avvenimenti:

crollo della volta, che ha causato anche il crollo del voltino della bocca di lupo;

ricostruzione del voltino e del pilastro di rinforzo alla nuova volta;

costruzione del setto e dell'arco.

Oltre il primo pilastro, in alto a sinistra, guardando l'arco tamponato del setto, c'è una beola intera, posta in orizzontale, opera più recente, quando hanno realizzato degli impianti di riscaldamento. Poco al di là della beola, in prossimità del colmo dell'arco tamponato, si nota un giunto di fabbrica che, dalla imposta di volta, va dritto fino a 4 corsi di mattoni di distanza dall'arco stesso.

Osservando l'andamento del giunto dall'imposta di volta, dove inizia, in su si vede continuare la malta di sinistra fino ad appoggiarsi ai mattoni di destra rispetto al giunto; se, invece, si guarda più in su, in alto, succede il contrario, ovvero la malta di destra si appoggia ai mattoni di sinistra e, in più, i mattoni di destra sembrano volersi ammorsare a quelli di sinistra.

Tra la volta e il secondo pilastro, c'è un buco corrente in verticale; da qui verso sinistra, doveva svilupparsi una bocca di lupo, poi crollata, si vede il segno della bocca di lupo antica, chiusa dal pilastro, a testimonianza rimangono dei mattoni che formavano parte del voltino Quindi il secondo pilastro si sovrappone alla vecchia bocca di lupo, coerente con la volta.

La parte di volta a sinistra sembra essere precedente, perché i mattoni sono più sacrificati, rotti, storti, ma, guardando la malta, non è sempre vero.

Osservando il giunto verso l'arco del setto, si nota proprio un dissesto della volta, segno di degrado statico e la volta di destra sembra essere, in conclusione, più antica.

Il setto è stato realizzato a ragion veduta.

Si può supporre che bocca di lupo e volta facciano parte dello stesso cantiere; poi la bocca di lupo è stata smantellata e chiusa dal pilastro.

La volta prosegue coerentemente con qualche problema statico e dissesti.

Il terzo pilastro ha la base più antica, come il primo, è addossato al muro esistente, quindi, in questo caso, prima è stato costruito il muro con il pilastro fino ad una certa altezza e poi vi hanno appoggiato la volta: hanno utilizzato il pilastro per far assettare la volta. Ciò corrisponde a due momenti costruttivi, ma la malta è coerente, quindi stesso cantiere, come si può verificare dall'analisi dei mattoni e del tipo di malta utilizzata.

L'ultima bocca di lupo sembrerebbe coerente con la volta, ma nel voltino è presente un grosso ed evidente giunto di malta e si notano dei mattoni rotti, probabilmente questa bocca di lupo potrebbe essere stata interessa da crollo o dissesto nella zona del voltino che hanno causato queste rotture nei mattoni.


La parete 4 appare immediatamente molto interessante per la presenza, attorno all'arco dell'ingresso, di un decoro su base bianca dipinta in blu e rosso, molto simile alle tracce presenti sulla volta della stanza 6 corpo di fabbrica 4 vicino alla parete 2.

Il piedritto di sinistra dell'arco d'ingresso è costituito da due parti, una originaria, coerente con il basamento della volta della parete 3, e l'altra che è stata addossata alla precedente di rinforzo probabilmente perché ritenuta troppo sottile. Il piedritto di destra presenta tracce dello stesso decoro, in parte caduto, scoprendo la struttura in mattoni .

Il pilastro crociato, facente parte del setto, è appoggiato alla parete retrostante, come si nota dalla mancanza di legami tra i mattoni e dal modo in cui la malta si sovrappone ai mattoni della parete più antica. Come tutta la struttura di cui fa parte, è stato costruito in mattoni con l'ausilio di malta mista di argilla e calce, tutte le parti sono coerenti e ben ammorsate . Il rapporto tra pilastro e parete retrostante è ovvio oltre che evidente, in quanto si è già potuto osservare che la costruzione del setto è avvenuta successivamente alla realizzazione del rifugio, per sostenere la volta di copertura, già duramente compromessa.

A lato del pilastro c'è un arco tamponato successivamente, probabilmente per ripensamento in fase di cantiere; le tracce della presenza dell'arco e del tamponamento sono leggibili anche sulla parete opposta, corpo di fabbrica 4, stanza 6, parete 1.

Su questa parete si appoggia la volta , impostata sui basamenti delle pareti 1 e 3, ciò si vede bene dal modo in cui la malta e i mattoni si rapportano con la struttura muraria retrostante: non esistono legami né ammorsamenti tra mattoni e le malte sono sovrapposte.






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